MI SVEGLIO E TU SEI LI AL MIO FIANCO......

Barbara Maragna MI SVEGLIO E TU SEI LI
AL MIO FIANCO NELLA NOTTE
MI TOCCHI E CALMI LE MIE PAURE
TRASFORMI L OSCURITA' NELLA LUCE
MI SVEGLIO E TI VEDO LI
...DI FIANCO A ME COME PRIMA
UN TUFFO AL CUORE TROVANDOCI VICINO
SENTIRTI VICINO ANCORA UNA VOLTA
SENTIRE IL TUO AMORE ANCORA UNA VOLTA
LA TUA FORZA MI HA RESO FORTE
ANCHE SE LA VITA CI HA SEPARATI
ED ORA QUANDO LA NOTTE MI SEMBRA LUNGA
IL TUO AMORE BRILLA
IL TUO AMORE BRILLA

MAMMA , PAPA' ,LORENZO

mercoledì 9 giugno 2010

Morte del piccolo Paolo Alinovi, sit-in di protesta davanti all'ospedale

I cicloamatori giunti da Vasto VASTO - Verità e giustizia. E' la frase che un gruppo di ciclisti partiti in mattinata da Vasto per giungere a Pescara ha fatto stampare vicino alla foto del piccolo Paolo Alinovi. Ognuno portava un volntino sul petto, attaccato sopra la divisa. Stamani, nel capoluogo adriatico, il sit-in per chiedere che sia fatta chiarezza sulla morte del bimbo, avvenuta il 29 luglio 2009 all'ospedale Santo Spirito di Pescara. I genitori, Mario Alinovi e Barbara Maragna, da tempo chiedono giustizia.

Il racconto della madre in tv. Nelle scorse settimane, della vicenda si è occupato Pomeriggio Cinque, il programma condotto da Barbara D'Urdo su Canale 5. "Il 6 maggio 2009 - ha raccontato Barbara Maragna, la madre - il bimbo è nato a Vasto. Aveva dei piccoli problemi respiratori. All'ospedale di Pescara", a seguito di alcuni accertamenti, "gli è stato riscontrato un megacolon, una occlusione intestinale, che i medici hanno definito meno di un'appendicite". In estate un nuovo controllo. "Torniamo a Pescara e il medico mi dice che il bimbo è cresciuto e si può operare. Rimango perplessa perché l'intervento era previsto a fine anno. Il ricovero avviene il 26 luglio, il 28 l'operazione. Mi dicono che durerà due ore e mezza. Ma il bimbo entra in sala operatoria alle 8.30 ed esce alle 17.45, dopo 9 ore e un quarto". Ma prima era accaduto altro: "Alle 15 - racconta Barbara - esce il medico dicendo che il bambino sta bene. Subito dopo, però, tre infermieri lo invitano a rientrare. Poi un altro dottore dice che al bimbo è stato applicato un catetere per alimentarlo. Quando Paolo esce dalla sala operatoria, non lo portano in rianimazione, ma in reparto, sostenendo che sta bene e non ce n'è bisogno". Ma le condizioni, col trascorrere delle ore, peggiorano, "smette di urinare" e, a un certo punto, "esce il sangue". La donna chiede più volte l'intervento dei sanitari e racconta di essere stata sempre rassicurata. Fino a quando, "dopo tre arresti cardiaci, il bambino muore". Papà Mario, per chiedere giustizia ha compiuto "un gesto molto forte: mi sono incatenato davanti all'ospedale". "Chi sbaglia deve pagare", ha scandito la madre di Paolo.

Michele D'Annunzio - micheledannunzio@vastoweb.com

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